Ormai, è roba per aule di tribunali. Nella guerra fra Pittsburgh e il professor Ignazio Marino, che stamattina darà l'incarico all'avvocato Vittorio Angiolini di querelare l'università Usa ma anche alcuni giornali, spunta una nuova lettera. La prova, secondo la ricostruzione dei legali, che l'allora capo dell'Ismett di Palermo fu fatto fuori con un accordo fra gli americani e la Regione siciliana, perché si opponeva al rinnovo di una convenzione con troppi punti oscuri e clientele.
Dietro la storia delle note spese gonfiate, come ancora due giorni la Upmc di Pittsburgh ha voluto confermare con un comunicato ufficiale, si aprirebbe allora tutt'altro scenario. E con il sospetto forte, da parte del candidato alla segreteria del Pd, di una manina politica che sta soffiando sul caso, nove anni dopo i fatti.
La lettera, che spunta fra le carte di Palermo, porta la data del 15 maggio 2002, ovvero alcuni mesi prima delle sue dimissioni (arrivate in settembre). La spedisce il responsabile degli affari internazionali della Upmc, Thomas Detre, che scrive all'assessore regionale alla Sanità siciliano, il professor Ettore Cittadini, e riassume un incontro che i due hanno avuto da poco. Ma perché e chi dovrà lasciare quel posto in consiglio di amministrazione per favorire l'ingresso del terzo uomo della Regione? Proprio Ignazio Marino.
"Siamo tutti d'accordo - scrive ancora Detre - che il professor Marino si dimetterà dalla posizione di amministratore delegato e consigliere di amministrazione, e farà solo il direttore medico".
Ma perché la Umpc decide di mettere brutalmente alla porta il mago dei trapianti dopo lunga e proficua collaborazione? Per la storia delle note spese gonfiate?
"Le discrepanze fui io stesso a segnalarle - si difende Marino - ma in ballo a Palermo c'era ben altro. Un accordo molto redditizio con la Regione, al cui vertice era nel frattempo arrivato Cuffaro. Con una gestione dell'Istituto che da un certo punto in poi non potevo più condividere. E lo dissi chiaramente". Medici da assumere con un bando di concorso su misura, a prescindere dalle specifiche competenze sui trapianti. Pressioni per arruolare infermieri e portantini su input politici. Marino denuncia l'andazzo, in una lettera all'assessore al Bilancio Alessandro Pagano nel luglio 2002 si dice "molto preoccupato per la situazione all'Ismett, dove non riesco più a gestire il personale medico sui livelli di eccellenza che la struttura richiede". Informa anche alcuni ministri del governo Berlusconi. Silenzio. Alla fine del braccio di ferro, nel settembre del 2002 lascia il suo posto.
"Glielo consigliai anch'io - conferma l'ex comandante dei carabinieri Roberto Jucci, all'epoca a Palermo come commissario per le acque - perché al centro trapianti stava per sbarcare personale non qualificato, e il professor Marino non poteva accettare un'imposizione del genere".