Sono 820.607 gli italiani che si sono iscritti al Partito democratico. Certo, sono meno di quel milione a cui ammontavano gli iscritti di Democratici di sinistra e Margherita, ma sono tesserati «veri», dicono al Pd; non ci sono le «anime morte», quei fenomeni di tesseramento gonfiato che aveva caratterizzato anche la Quercia e la Margherita. Il dato è stato reso noto ieri, insieme all’annuncio che sono rimasti in tre i contendenti per la segreteria, e cioè Pier Luigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino, con l’esclusione per insufficiente numero di firme del “quarto uomo”, Amerigo Rutigliano.
E certificati sono gli iscritti di tutte le regioni, comprese quelle meridionali con numeri, come la Calabria (58.454 iscritti su 1,8 milioni di abitanti) o della Campania (119.469). L’Emilia Romagna, con 140.179 tessere resta la regione più Democratica. Franceschini ha incassato ieri l’appoggio non solo di Sergio
Cofferati, ma anche della sinistra interna che fa capo alla Cgil, con Paolo Nerozzi, Carlo Podda, Achille Passoni. Certo, alcuni dirigenti del sindacatodi Corso Italia si sono visti alla convention di Bersani (Agostino Megale, Nicoletta Rocchi, Fabio Solari o Carla Cantoni),ma i primi sono iscritti e votano già nella prima fase.
Intanto, Franceschini ha lanciato un appello, raccolto da Massimo D’Alema: «Chi vince il congresso non sia tritato subito dopo».
Regioni per numero assoluto di iscritti al P.D.
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