Sala gremita all’inverosimile, standing ovation all’inizio e alla fine del suo intervento, autografi, strette di mano e consensi. Pierluigi Bersani, candidato alle primarie del prossimo 25 ottobre per la segreteria del Partito democratico, conquista il pubblico della Festa nazionale di Genova. «Non posso fare il segretario del Pd se non posso usare questa parola, sinistra»: questo è stato l'attacco del suo discorso sul programma per la corsa alla segreteria del Pd e la platea della festa del partito di Genova gli tributa due minuti di fragorosi applausi, tanto che Bersani si commuove e si ferma, per poi spiegare cosa intenda per "sinistra".
«Sinistra - spiega - non è una parola esclusiva. Sinistra è una parola che allude all’uguale liberta e dignità di tutti gli esseri umani. Non vedo un partito progressista che possa rinunciare a questa parola». Poi, Bersani aggiunge due aggettivi, che «ben si addicono», o «dovrebbero farlo», al Pd. «Democratico: ci vuole in Italia una sinistra che raccolga i grandi temi del civismo, perchè - spiega - serve nel Paese una riscossa civica. Per me sinistra democratica è questo. E poi liberale, perchè ’liberalizzazione’ è contrario di liberismo».
Infine, i farò, a partire dal necessario recupero dell’identità del Pd. «Abbiamo lasciato troppo correre l’idea dell’eclettismo. Un partito - spiega Bersani - se vuole aggregare deve avere un’identità, un centro aggregatore. Un partito popolare, non classista, non elitario, non giacobino, che sta dove sta il popolo, che parla al lavoro, al lavoro, ai cittadini».
Da ultimo, l’affondo sul ’collega’ e attualmente segretario Dario Franceschini. « Voglio bene a Franceschini - dice infatti l’ex ministro dello sviluppo economico - ma quando ha detto di essere il Pd e che ’sono Bersani e Marino che devono spiegare in cosa sono diversi’ non mi è piaciuto molto. Se in un anno abbiamo perso 4 milioni di voti - conclude infatti Bersani - il problema sarà un po’ tutti. Ciascuno di noi deve dire con precisione cosa pensa che non sia andato e cosa c’è da correggere nel percorso del Pd». Anche Franceschini.