Raffaele Zuccarelli non demorde. La costituzione in consiglio provinciale come gruppo autonomo del Dp, “figlio” della lista gemella del Partito democratico, non gli è proprio andata giù. E dopo la lettera aperta ad Oliverio, il suo malumore lo ha esternato in un’altra missiva destinata al segretario nazionale del Pd Dario Franceschini, a Luigi Berlinguer, presidente della Commissione di Garanzia Nazionale, a Marco Minniti, segretario regionale del Pd, a Franco Bruno, segretario provinciale, e ai candidati alle cariche di segretario nazionale al prossimo congresso (Pierluigi Bersani e Ignazio Marino) e regionale (Carlo Guccione, Pino Caminiti e Fernarda Gigliotti).
Zuccarelli spiega che alla Provincia di Cosenza il Pd non è rappresentatoda un gruppo unico e che i consiglieri della lista Dp, che all’atto dell’accettazione della candidatura avevano firmato l’impegno ad aderire in aula al Partito democratico “L’indicazione del partito però è stata disattesa e trasgredita ,continua Zuccarelli – in seguito ad un evidente indirizzo che ai rappresentanti “Dp”èstato dato in sede istituzionale per volontà del presidente Mario Oliverio”. Zuccarelli chiede l’intervento romano, perché ”se dovesse permanere tale situazione si favorirebbe la disarticolazione del partito e quindi si minerebbe la credibilità dello stesso progetto politico per il quale il Pd è stato fatto nascere”.