La proposta dei vulcanici e sempre attivi esponenti della Lega nord è chiara e netta: al Sud la vita costa di meno, quindi è giusto che i lavoratori meridionali percepiscano degli stipendi parametrati a spese fisse (trasporti, affitto, alimentazione) che sono inferiori rispetto a quelle sostenute dai padani che tirano la carretta tutto il giorno e non c’hanno nemmeno il sole 300 giorni l’anno a riscaldarli.
Un ragionamento inappuntabile che però apre le porte ad un’altra innovazione in materia di salari, quelli dei parlamentari però. Infatti, se il costo della vita al sud è inferiore a quello registrato al nord, non si capisce per quale motivo un onorevole qualsiasi o un ministro che vive e mantiene una famiglia a Palermo (o a Napoli) debba avere lo stesso stipendio di uno che vive a Milano: il primo (non vivendo tutto il tempo a Roma) pagherà un affitto minore, spenderà meno per muoversi e per sfamare la propria prole.
La stessa proposta potrebbe poi essere estesa agli eurodeputati della Lega nord, che dallo scorso giugno percepiscono circa 7.600 euro lordi al mese, così come gli onorevoli stellati degli altri paesi dell’Unione. Dato che il costo della vita in molti stati del nord Europa è molto più alto di quanto non sia in Italia (del nord) sarebbe quindi giusto imporre della gabbie (salariali, ovviamente) anche per i nostri deputati….