A muovere le acque, già agitate dalle critiche fatte ieri da alcuni deputati firmatari, a loro tempo, del documento di Walter Veltroni, e di altri legati all'esperienza prodiana, un'intervista concessa da Massimo D'Alema a Repubblica, in cui il presidente del Copasir, con un tono tranchant, bolla come "cretini" quanti pongono il problema del cambio della linea politica seguita fin qui dal segretario.
Secondo D'Alema (che non ha risparmiato giudizi sprezzanti su Idv) "la prospettiva di un'alleanza con Fini e Casini resta in piedi, il voto a Montecitorio non la esclude. Il Pd - aggiunge D'Alema non è in un angolo. E non è vero che ora dovremo lavorare in una cornice di alleanze che va da Vendola a Di Pietro e basta.
Le altre porte restano aperte per noi'. Concetti che non mancano di suscitare una rapida irritazione nelle componenti critiche del partito. Il prodiano Barbi replica direttamente a D'Alema con una nota, e assieme ad altri chiede una smentita sui termini usati: "A dare retta a 'Repubblica' di oggi - dice - Massimo D'Alema avrebbe definito 'cretini' e 'mentecatti' coloro che nel Pd non condividono la linea del partito e chiedono un cambiamento di rotta.
Mi ero proposto di non commentare a caldo il risultato della mozione di sfiducia, ma la provocazione di D'Alema ha scosso il mio proposito e mi induce a iscrivermi orgogliosamente alla lista di coloro che non sono d'accordo con lui. Spiace che D'Alema usi termini così poco rispettosi per designare posizioni politiche diverse dalla sua. E spiace anche che faccia una caricatura di posizioni che nel Pd esistono, ancorché' ignorate o dette sottovoce. Se essere bipolaristi e maggioritari e presidenzialisti - conclude Barbi - significa essere 'cretini' e 'mentecatti', beh lo confesso: io lo sono".