Sei progetti 'chiavi in mano' per ridurre la spesa e favorire la crescita sono stati inviati al presidente del Consiglio Mario Monti da parte di un gruppo trasversale di parlamentari (prevalentemente senatori) di Pd, Pdl e Terzo polo.
Una iniziativa che è stata condotta in modo personale senza, cioè, impegnare i rispettivi gruppi. Iniziativa datata di alcuni mesi e quindi antecedente la formazione del governo Monti, anche se sviluppata singolarmente nei partiti che hanno espresso appoggio al nuovo esecutivo. ''Questo -ha detto Enrico La Loggia, Pdl, presentando stamane l'iniziativa in una conferenza stampa insieme a Walter Vitali, Linda Lazillotta e Fanco Bassanini- dimostra, è la prova che è possibile cooperare superando le contrapposizioni politiche. E' la dimostrazione che ragionando insieme senza pregiudizi si possono fare cose utili''. Curiosa la genesi dell'iniziativa, rivelata da La Loggia.
Tutto ha avuto inizio in un incontro casuale al 'News Cafe' a Roma dove lo stesso La Loggia e Vitali davanti ad un aperitivo hanno concordato sull'opportunità di studiare e mettere in cantiere alcuni provvedimenti in gradi di essere accolti in parlamento da un consenso molto ampio, nell'interesse comune del miglioramento dei conti pubblici e del incentivo alla crescita. Un primo screening di interventi è stato poi presposto con la collaborazione di Liinda Lanzillotta, Mario Baldassarri, Paolo Baretta, Enrico Morando, Renato Cambursano e Tisziano Treu. Il tutto e' stato girato a Franco Bassanini che avvalendosi dei tecnici dell'Astrid di cui è presidente, ha messo a punto sei proposte articolate e pronte all'uso.
La prima riguarda la riforma delle pensioni di vecchiaia ed anzianità con l'obiettivo di ''finanziare una drastica riduzione della pressione fiscale sul lavoro delle donne e dei giovani''. Si propone che ''tutte le nuove pensioni vengano calcolate secondo il metodo contributivo''. Sull'età si punta alla ''scelta del lavoratore, tra un minimo e un massimo (...) il requisito minimo dovrebbe essere fissato a 62 anni e quello massimo a 69''.
La seconda proposta riguarda una ''patrimoniale leggerà' ovvero ''ordinaria a bassa aliquota sulla ricchezza finanziaria e immobiliare con forme di esenzione per i patrimoni minori'' insieme ad una riduzione dell'Irpef. Una patrimoniale che non ha lo scopo di finanziare nuove spese ma ridurre il peso dell'imposizione su famiglie, lavoro, pensioni e imprese. La terza proposta prevede incentivi agli investimenti privati nel settore delle infrastrutture e misure fiscali a sostegno delle imprese per l'innovazione e la ricerca. Gli strumenti vanno dalla certezza delle regole alla deducibilità dalla base imponibile di impresa di un interesse sul capitale proprio calcolato a un tasso predominato; deducibilità del reddito da aumenti di capitale per investimenti; detassazione per le plusvalenze da smobilizzo di asset detenuti per un periodo non inferiore a 5 o 7 anni; detassazione dei proventi dai fondi venture capital;un piano di concessione a privati di infrastrutture di trasporto pubblico; altre sistemi fiscali e di incentivi mutuali dalla prassi americana e francese.
La quinta proposta riguarda le dismissioni patrimoniali volte alla riduzione del debito, ma con un piano progressivo di medio e lungo termine che secondo le stime porterebbe ''alla riduzione del debito pubblico che potra' realisticamente oscillare fra 50 e 100 miliardi''. La quinta proposta riguarda la riduzione delle spese e dei costi delle pubbliche amministrazioni concepite con tagli mirati e non lineari che ''consentono di azzerare il deficit senza aumentare le tasse per nessuno e contestualmente sostenere la crescita''. La sesta proposta prevede una riqualificazione ambientale ed energetica del patrimonio edilizio, con particolare riferimento agli investimenti nel settore delle energie rinnovabili.