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24 luglio 2009

Bersani: "Io non mi tiro fuori dal passato ma adesso il partito deve cambiare"

Pierluigi Bersani 8

"Vocazione maggioritaria non vuol dire aspettare di avere il 51% per essere un'alternativa al centrodestra, ma avere un progetto per tutto il centrosinistra e sentire la responsabilità di costruire delle alleanze". Pierluigi Bersani, presentando la sua mozione congressuale e lo slogan della sua campagna per la segreteria del Pd ("Un senso a questa storia"), lo dice chiaramente: "Io non ragiono col trattino", bisogna "riaprire il cantiere dell'Ulivo e riorganizzare il centrosinistra". Un progetto alternativo a quello di Walter Veltroni (e del suo successore Dario Franceschini), a cui l'ex ministro replica così: "Sento dire: ma tu dov'eri? Io c'ero, nessuno si è calato da fuori, e uso sempre il noi. Ora dopo venti mesi ci sono cose che dobbiamo correggere".
E la correzione deve avvenire soprattutto sul piano delle alleanze. "La parola centrosinistra - spiega infatti Bersani - è un luogo, non è il tratto di identità del partito. È dove abiti, non chi sei. Perciò io propongo di lavorare per dire chi siamo: siamo un partito popolare, laico, del lavoro della riscossa civica.

Definiamo assieme queste cose". "Il primo punto" che, a suo giudizio, è legato al tema delle alleanze future è quello "del profilo della democrazia e delle istituzioni: legge elettorale, conflitto di interessi, informazione", di queste cose "dobbiamo ragionare con tutti quelli che sono preoccupati dalla deriva populistica della destra". Poi puntualizza di essere "per il bipolarismo ma non per il bipartitismo": da qui la necessità di "una legge elettorale coerente che riconosca soggettività ai partiti politici". "No ai presidenzialismi mascherati", aggiunge.